Riprese aeree con droni, elicotteri radiocomandati e molto altro…

riprese aeree con droni

Curiosità sui droni

Il termine “droni” oggi evoca per lo più scene di assassini a distanza in Pakistan e Afghanistan, eseguiti da aerei americani senza pilota nell’ambito della così chiamata Guerra al Terrore; dove a rimetterci la pelle, accanto ai terroristi, sono spesso persone innocenti.
Forse per questo gli addetti ai lavori preferiscono chiamarli in altro modo: Uav, per esempio, acronimo di Unmanned Aerial Vehicle; oppure Rpas, ovvero Remotely Piloted Aircrafts Systems.
Un’operazione di cosmesi terminologica tanto più necessaria, quanto più si avvicina il momento in cui questi apparecchi entreranno a far parte della vita quotidiana.
Sganciati dal ruolo militare, i droni si candidano a giocare un ruolo importante in moltissime applicazioni civili.
In primis quelle legate al controllo del territorio: questi insetti d’acciaio, che al posto degli occhi hanno delle videocamere e al posto delle ali dei rotori, si stanno già rivelando preziosi nella lotta agli incendi e alla criminalità, per il monitoraggio ambientale e delle colture agricole, nella gestione di operazioni di ricerca e soccorso, e del traffico automobilistico.
Gli esperimenti in corso sono molteplici.
La Dea, l’agenzia federale antidroga americana, a seguito di un accordo con il Messico, si serve ad esempio di droni per sorvolare i cieli di là del confine spiando i movimenti dei narcos.
In Australia vengono usati da diversi anni in ambito minerario, per consegnare parti di ricambio, mappare la conformazione del suolo, sorvegliare a distanza il movimento dei camion.
Esacottero (chiamato così perché dotato di sei rotori) dell’emittente viene adoperato per riprendere dall’alto eventi sportivi di vario tipo, dal calcio al cricket, dalla Nuova Zelanda al Brasile.
Più vicino a noi, a Torino, la polizia se ne è servita per contrastare lo spaccio di droga nel quartiere di San Salvario, e la troupe di Rai Sport per riprendere la maratona cittadina del 2012..
Li usano anche videomaker professionisti e dilettanti, paparazzi alla ricerca di scoop, aziende interessate alla manutenzione di grandi impianti industriali che preferirebbero poter individuare eventuali guasti da remoto, invece di dover inviare sul posto operai costretti a lavorare su gigantesche impalcature, in condizioni spesso difficili e pericolose.
Un esempio limite di questo tipo di intervento, si è avuto nel caso dell’incidente alla centrale giapponese di Fukushima, quando dei droni Global Hawk americani furono inviati per verificare le condizioni dei reattori nucleari, là dove nessun umano avrebbe potuto spingersi per via delle radiazioni..

Che gli aerei senza pilota possano rivelarsi di grande utilità in molteplici ambiti, insomma, pare ormai assodato; e col tempo riusciranno forse anche a liberarsi dello stigma guerresco, come è accaduto del resto per molte altre innovazioni tecnologiche nate per scopi bellici.
Per il momento, tuttavia, continuano a fare un po’ di paura.

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